“Il Figlio di Dio ci ha amati per primo, mentre “eravamo peccatori” (Rm 5,8), senza pretendere nulla, senza imporci alcuna condizione a priori. Di fronte a questa costatazione, come non vedere nella Quaresima l’occasione propizia per scelte coraggiose di altruismo e di generosità? Essa offre l’arma pratica ed efficace del digiuno e dell’elemosina per lottare contro lo smodato attaccamento al denaro. Privarsi non solo del superfluo, ma anche di qualcosa di più per distribuirlo a chi è nel bisogno, contribuisce a quel rinnegamento di sé senza il quale non c’è autentica pratica di vita cristiana. Alimentandosi con un’incessante preghiera, il battezzato dimostra inoltre l’effettiva priorità che Dio riveste nella propria esistenza. È l’amore di Dio trasfuso nei nostri cuori che deve ispirare e trasformare il nostro essere ed il nostro operare. Non si illuda il cristiano di poter ricercare il vero bene dei fratelli, se non vive la carità di Cristo. Anche laddove riuscisse a modificare importanti fattori sociali o politici negativi, ogni risultato resterebbe effimero senza la carità. La stessa possibilità di dare se stessi agli altri è un dono e scaturisce dalla grazia di Dio. Come San Paolo insegna, è Dio che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni (Fil 2,13). […] Auspico di cuore che la Quaresima sia per i credenti un periodo propizio per diffondere e testimoniare il Vangelo della carità in ogni luogo, poiché la vocazione alla carità rappresenta il cuore di ogni autentica evangelizzazione”
San Giovanni Paolo II